giovedì

LA SGAMBEDA 2005

“Siamo sempre stati io e De Zolt a guidare il gruppo, a fare selezione, staccando gli altri in salita e negli ultimi chilometri”. Tullio Grandelis ha spiegato così lo svolgimento della Sgambeda 2005. L’azzurro è riuscito a conquistare la medaglia d’oro al fotofinish, chiudendo davanti al finlandese Kattilakoski Teemu. Biagio Di Santo è stato quindi affiancato sul gradino più alto del podio dal compagno di fuga. “Ho gestito bene la gara -, ha detto Grandelis nel parterre -. Sono stato tranquillo nei primi chilometri. Avevo deciso di attaccare in cima, in salita. Siamo rimasti in tre, quattro. Il percorso è pianeggiante e al ritorno si sono accodati tutti. Ho vinto, a pari merito. Ero dietro a De Zolt. Poteva entrare nei primi”. Una scivolata dell’ex portacolori delle Fiamme Gialle, a 10 metri dall’arrivo, ha infatti condizionato l’esito della kermesse.

In prossimità della linea finale, Di Santo ha alzato le braccia al cielo, certo di aver tagliato in testa il traguardo e ha forse perso centimetri preziosi. “Ho visto che c’era spazio e ho allungato. Eravamo in tre. Sentivo il finlandese e vedevo De Zolt con la coda dell’occhio, fino a quando è caduto -, ha chiarito l’atleta abruzzese durante la conferenza stampa -. Io e Tullio abbiamo avuto il campo libero. Credo che i giudici abbiano preso la decisione più corretta. La modifica del tracciato ha sicuramente cambiato la prova. Gli ultimi chilometri di salita avrebbero potuto fare la differenza”.

Fra le donne, il dominio delle azzurre è parso incontrastato. “Ho fatto la corsa insieme alle altre (Peyrot e Santer, ndr). Sono riuscita a tenere il passo di Lara. Stava andando veloce. Ho notato che non dovevo rallentare -. Vincendo la Sgambeda, Cristina Paluselli ha confermato ieri di poter ambire anche quest’anno alla leadership della Marathon Cup -. Sono partita con il pettorale rosso e ho intenzione di mantenerlo: non solo oggi, ma per tutta la stagione”.

La medaglia d’argento, Lara Peyrot, ha forse lasciato all’avversaria troppo margine. “All’inizio, ho faticato parecchio. Questa settimana sono stata a riposo, per riprendermi dall’influenza. Ho quindi deciso di impostare una tattica per staccare le mie avversarie nel punto in cui si poteva fare la differenza, nella parte alta, anche se non c’era quella più dura, sfortunatamente. Per un malinteso, ho sbagliato pista al bivio dei 16 km e le altre mi hanno superato. Ho dovuto recuperare e ho speso parecchie energie. Da lì in poi, non c’era nessuno che voleva tirare. È stata una gara di attesa, senza ritmi elevati. Sapevo che allo sprint non avrei avuto la meglio: non è il mio forte”.

Anna Santer, terza, avrebbe potuto lanciare la volata. “Ero nelle posizioni ideali -, chiarisce -. È appena iniziata la stagione. Ci sono 7 gare. Spero di impormi in quelle a sketting, a cui miro in modo particolare. Devo decidere se fare i Campionati Italiani. Preparerò bene la prossima gara in alternato e la Marcialonga. Sono a mio agio nei percorsi tecnici. A livello respiratorio ho faticato parecchio. La neve non era veloce e ho sofferto l’altitudine”.