Livigno - La Sgambeda del 19 dicembre si preannuncia esaltante. Il weekend dedicato allo sci di fondo inizierà il 17, con la seconda edizione della kermesse a tecnica classica, da compiere a passo alternato attraverso un anello che racchiude l'intero corso del fiume Spöl. Sono attesi partecipanti di rilievo, tra i campioni che si affrontano regolarmente durante le grandi competizioni internazionali. L’Expo destinato ai produttori di alimenti, abbigliamento e attrezzature sportive aprirà i propri spazi proponendo test gratuiti dei materiali tecnici. Nel pomeriggio dello stesso giorno, presso lo Stadio del Fondo, si svolgerà la gara per gli atleti più giovani, separati da differenti categorie. Le condizioni di innevamento sono ottimali. La granfondo di domenica prevede 42 Km di tracciato, da ultimare a passo pattinato e alloggerà noti esponenti del panorama internazionale, essendo la prima gara marathon della Coppa del Mondo di specialità.
giovedì
LA SGAMBEDA 2010 - Diretta televisiva
La Sgambeda 2010, in programma il 19 dicembre, sarà trasmessa per la prima volta in diretta televisiva tramite web. Segui la gara grazie a http://www.stickam.com/lasgambeda.
LA SGAMBEDA 2009
Nella prima gara della Fis marathon cup, l’affermazione della squadra russa condotta da Sergey Shiriaev si è unita all’oro dell’ucraina Shevchenko in campo femminile. La stagione delle granfondo di sci nordico è partita mostrando persino un’ottima prestazione della nazionale azzurra delle Lunghe Distanze, in grado di accaparrarsi due argenti grazie alle prestazioni dei propri atleti. Shiriaev ha infatti vinto al fotofinish la ventesima edizione della Sgambeda, precedendo per un soffio Santus e Sommerfeldt sul traguardo di Livigno. La Shevchenko è riuscita a staccare Antonella Confortola e la russa Yulia Tchkaleva. Durante 42 km di gara, il gruppo dei migliori ha imposto un’andatura veloce, presentandosi compatto in vista dell’arrivo e risolvendo la competizione allo sprint, come di norma. Solo i norvegesi Svartedal e Aasen, con il supporto dei russi Shiriaev e Sorin, avevano tentato di evitare la volata, velocizzando il ritmo verso il 35° km. I russi hanno imposto il proprio passo durante l’ultima frazione del tragitto. All’entrata dello stadio del fondo, si è quindi presentato un gruppo di 11 unità, con l’italiano Fabio Santus pronto a sferrare il colpo decisivo. Shiriaev è riuscito a far valere le proprie qualità atletiche nel rush conclusivo: ha scelto di restare nella corsia di centro e si è gettato in scivolata sulla linea dell’arrivo, precedendo i rivali e chiudendo la gara in 1:38’08”3, con un vantaggio di 1 decimo nei confronti di Santus (1:38’08”4) e di 3 decimi nei confronti di Sommerfeldt (1:38’08”6). Marco Cattaneo, 12° in 1:38’14”3, ha quindi dovuto lasciare a Shiriaev il pettorale di leader della Fis marathon cup, che aveva conquistato al termine della scorsa stagione. "È stato tutto perfetto -, ha detto all’arrivo il russo -. Ottimi sci, neve ideale, grandi avversari…" La competizione internazionale ha fatto rilevare esponenti di 9 Stati tra i primi 11 atleti. Si devono enunciare i soddisfacenti risultati degli altri italiani: Florian Kostner (15° in 1:38’28”8), Bruno Carrara (17° in 1:38’29”7), Roland Clara (18° in 1:38’40”0), Sergio Bonaldi (19° in 1:38’42”7) e Roberto De Zolt (20° in 1:38’43”6). In campo femminile, l’azzurra Antonella Confortola, reduce dalla 10 km a tecnica libera di Davos, ha lasciato spazio al forcing di Valentina Shevchenko solo nel finale, accontentandosi dell’argento. L’olimpionica di Torino si è accaparrata un buon risultato, che ne conferma il positivo stato di forma. La Shevchenko ha chiuso in 1:46’28”5, conducendo la gara fin dall’inizio. Antonella Confortola, distanziata di 300 metri, è giunta all’arrivo in 1:46’53”6. La russa Yulia Tchkaleva, a cui vanno riconosciute le fatiche della vittoria nell’Alpen Cup in Alta Badia, è arrivata terza in 1:51’45”7, davanti alla compagna di squadra Natalia Zernova. Solo quinta la svedese Jenny Hansson, che ha corso con il “red bib” della Fis. L’antidoping non ha fatto notare problemi.
LA SGAMBEDA 2008
Cattaneo, Santus e Grandelis hanno imposto la propria supremazia durante La Sgambeda 2008. I tre atleti del team Lunghe Distanze si sono presentati compatti in vista dell’arrivo e hanno impedito agli altri concorrenti di inserirsi nelle prime posizioni. La prima in campo femminile, Sabina Valbusa, ha ribadito le proprie straordinarie prestazioni di Coppa del Mondo.
LA SGAMBEDA 2007
Bis di Ahrlin alla Sgambeda 2007. Il campione svedese ha infatti conquistato la prima prova della Marathon Cup Internazionale. In ambito femminile, la russa Jambaeva si è imposta davanti a Hilde Pedersen e ad Elin Ek.
"È stata davvero una splendida competizione, una delle più ardue che abbia mai fatto -, ha detto Jerry Ahrlin alla fine -. Non so quale fosse la temperatura. La sensazione era di essere a -50° C. E' stata davvero dura. C’erano molti avversari, ma sono soddisfatto. Vincendo La Sgambeda, proprio come l’anno scorso, mi sono divertito. La neve era molto difficile, per via del freddo e ci costringeva ad un’andatura lenta. La passata stagione è stata davvero molto positiva per me. Ho vinto tante corse. Spero di poter replicare i successi anche in questa stagione: potrò dire che Livigno mi ha portato fortuna".
LA SGAMBEDA 2006
Jerry Ahrlin e Lara Peyrot hanno vinto La Sgambeda 2006, conquistando i primi punti della Marathon Cup Internazionale. Lo svedese di Ostersund ha svolto continui attacchi, volti a sfiancare gli avversari e a fare selezione tra i migliori. Dal gruppo di testa iniziale, composto da una ventina di elementi, si è staccato un plotone di sette atleti, con i due norvegesi Jorgen Aukland e Oeystein Andersen, gli italiani Biagio Di Santo, Tullio Grandelis, Roberto De Zolt e Marco Fiorentini.
All'entrata dello stadio del fondo, lo svedese Ahrlin si è presentato con un margine sufficiente ad arginare le volate degli altri contendenti. Marco Fiorentini (2°) e di Biagio Di Santo (3°) hanno colorato d'azzurro il podio, precedendo i due norvegesi Aukland e Andersen. Marco Cattaneo, che ha corso con il pettorale rosso di leader della passata Marathon Cup, ha chiuso al nono posto.
Lara Peyrot ha svolto una gara magistrale, condotta dall'inizio alla fine davanti a Jenny Hansson (2a). Al terzo posto, Veronica Cavallar ha ceduto lo sprint alla scandinava. Quarto posto (e un filo di delusione) per la svedese Elin Ek. Gabriella Paruzzi, entrata nella nazionale Lunghe Distanze, si è ritirata dopo circa un giro: raccolgierà i primi punti di Coppa il prossimo 14 gennaio, in Repubblica Ceca, durante la 50 chilometri della Jizerska Padesatka: una gara a tecnica classica, la stessa tecnica con la quale vinse l'oro a Salt Lake City nel 2002.
All'entrata dello stadio del fondo, lo svedese Ahrlin si è presentato con un margine sufficiente ad arginare le volate degli altri contendenti. Marco Fiorentini (2°) e di Biagio Di Santo (3°) hanno colorato d'azzurro il podio, precedendo i due norvegesi Aukland e Andersen. Marco Cattaneo, che ha corso con il pettorale rosso di leader della passata Marathon Cup, ha chiuso al nono posto.
Lara Peyrot ha svolto una gara magistrale, condotta dall'inizio alla fine davanti a Jenny Hansson (2a). Al terzo posto, Veronica Cavallar ha ceduto lo sprint alla scandinava. Quarto posto (e un filo di delusione) per la svedese Elin Ek. Gabriella Paruzzi, entrata nella nazionale Lunghe Distanze, si è ritirata dopo circa un giro: raccolgierà i primi punti di Coppa il prossimo 14 gennaio, in Repubblica Ceca, durante la 50 chilometri della Jizerska Padesatka: una gara a tecnica classica, la stessa tecnica con la quale vinse l'oro a Salt Lake City nel 2002.
LA SGAMBEDA 2005
“Siamo sempre stati io e De Zolt a guidare il gruppo, a fare selezione, staccando gli altri in salita e negli ultimi chilometri”. Tullio Grandelis ha spiegato così lo svolgimento della Sgambeda 2005. L’azzurro è riuscito a conquistare la medaglia d’oro al fotofinish, chiudendo davanti al finlandese Kattilakoski Teemu. Biagio Di Santo è stato quindi affiancato sul gradino più alto del podio dal compagno di fuga. “Ho gestito bene la gara -, ha detto Grandelis nel parterre -. Sono stato tranquillo nei primi chilometri. Avevo deciso di attaccare in cima, in salita. Siamo rimasti in tre, quattro. Il percorso è pianeggiante e al ritorno si sono accodati tutti. Ho vinto, a pari merito. Ero dietro a De Zolt. Poteva entrare nei primi”. Una scivolata dell’ex portacolori delle Fiamme Gialle, a 10 metri dall’arrivo, ha infatti condizionato l’esito della kermesse.
In prossimità della linea finale, Di Santo ha alzato le braccia al cielo, certo di aver tagliato in testa il traguardo e ha forse perso centimetri preziosi. “Ho visto che c’era spazio e ho allungato. Eravamo in tre. Sentivo il finlandese e vedevo De Zolt con la coda dell’occhio, fino a quando è caduto -, ha chiarito l’atleta abruzzese durante la conferenza stampa -. Io e Tullio abbiamo avuto il campo libero. Credo che i giudici abbiano preso la decisione più corretta. La modifica del tracciato ha sicuramente cambiato la prova. Gli ultimi chilometri di salita avrebbero potuto fare la differenza”.
Fra le donne, il dominio delle azzurre è parso incontrastato. “Ho fatto la corsa insieme alle altre (Peyrot e Santer, ndr). Sono riuscita a tenere il passo di Lara. Stava andando veloce. Ho notato che non dovevo rallentare -. Vincendo la Sgambeda, Cristina Paluselli ha confermato ieri di poter ambire anche quest’anno alla leadership della Marathon Cup -. Sono partita con il pettorale rosso e ho intenzione di mantenerlo: non solo oggi, ma per tutta la stagione”.
La medaglia d’argento, Lara Peyrot, ha forse lasciato all’avversaria troppo margine. “All’inizio, ho faticato parecchio. Questa settimana sono stata a riposo, per riprendermi dall’influenza. Ho quindi deciso di impostare una tattica per staccare le mie avversarie nel punto in cui si poteva fare la differenza, nella parte alta, anche se non c’era quella più dura, sfortunatamente. Per un malinteso, ho sbagliato pista al bivio dei 16 km e le altre mi hanno superato. Ho dovuto recuperare e ho speso parecchie energie. Da lì in poi, non c’era nessuno che voleva tirare. È stata una gara di attesa, senza ritmi elevati. Sapevo che allo sprint non avrei avuto la meglio: non è il mio forte”.
Anna Santer, terza, avrebbe potuto lanciare la volata. “Ero nelle posizioni ideali -, chiarisce -. È appena iniziata la stagione. Ci sono 7 gare. Spero di impormi in quelle a sketting, a cui miro in modo particolare. Devo decidere se fare i Campionati Italiani. Preparerò bene la prossima gara in alternato e la Marcialonga. Sono a mio agio nei percorsi tecnici. A livello respiratorio ho faticato parecchio. La neve non era veloce e ho sofferto l’altitudine”.
In prossimità della linea finale, Di Santo ha alzato le braccia al cielo, certo di aver tagliato in testa il traguardo e ha forse perso centimetri preziosi. “Ho visto che c’era spazio e ho allungato. Eravamo in tre. Sentivo il finlandese e vedevo De Zolt con la coda dell’occhio, fino a quando è caduto -, ha chiarito l’atleta abruzzese durante la conferenza stampa -. Io e Tullio abbiamo avuto il campo libero. Credo che i giudici abbiano preso la decisione più corretta. La modifica del tracciato ha sicuramente cambiato la prova. Gli ultimi chilometri di salita avrebbero potuto fare la differenza”.
Fra le donne, il dominio delle azzurre è parso incontrastato. “Ho fatto la corsa insieme alle altre (Peyrot e Santer, ndr). Sono riuscita a tenere il passo di Lara. Stava andando veloce. Ho notato che non dovevo rallentare -. Vincendo la Sgambeda, Cristina Paluselli ha confermato ieri di poter ambire anche quest’anno alla leadership della Marathon Cup -. Sono partita con il pettorale rosso e ho intenzione di mantenerlo: non solo oggi, ma per tutta la stagione”.
La medaglia d’argento, Lara Peyrot, ha forse lasciato all’avversaria troppo margine. “All’inizio, ho faticato parecchio. Questa settimana sono stata a riposo, per riprendermi dall’influenza. Ho quindi deciso di impostare una tattica per staccare le mie avversarie nel punto in cui si poteva fare la differenza, nella parte alta, anche se non c’era quella più dura, sfortunatamente. Per un malinteso, ho sbagliato pista al bivio dei 16 km e le altre mi hanno superato. Ho dovuto recuperare e ho speso parecchie energie. Da lì in poi, non c’era nessuno che voleva tirare. È stata una gara di attesa, senza ritmi elevati. Sapevo che allo sprint non avrei avuto la meglio: non è il mio forte”.
Anna Santer, terza, avrebbe potuto lanciare la volata. “Ero nelle posizioni ideali -, chiarisce -. È appena iniziata la stagione. Ci sono 7 gare. Spero di impormi in quelle a sketting, a cui miro in modo particolare. Devo decidere se fare i Campionati Italiani. Preparerò bene la prossima gara in alternato e la Marcialonga. Sono a mio agio nei percorsi tecnici. A livello respiratorio ho faticato parecchio. La neve non era veloce e ho sofferto l’altitudine”.
LA SGAMBEDA 2004
La squadra azzurra Lunghe Distanze ha confermato domenica a Livigno di essere il team più agguerrito nel circuito iridato delle maratone di fondo. L’Italia ha infatti piazzato tre uomini nelle posizioni di vertice della Sgambeda 2004, prima gara della Marathon Cup e si è aggiudicata una prestigiosa doppietta in campo femminile, grazie a Lara Peyrot (1a) e a Cristina Paluselli (2a). In ambito maschile, giungendo davanti a Roberto De Zolt (2°) e Ivan Margaroli (3°), Gianantonio Zanetel si è portato in testa alla graduatoria parziale di Coppa.
Il vincitore è stato indubbiamente avvantaggiato dal gioco di squadra dei compagni, che hanno chiuso lo spazio utile per lo sprint agli avversari e hanno cercato di imporre all’andatura del gruppo un ritmo adatto all’esito finale nel corso di 42 chilometri. <Sono abbastanza veloce in volata. Ho accelerato a 500 metri dall’arrivo e ho visto che nessuno riusciva a recuperare il distacco>, ha spiegato Zanetel al termine. Il plotone élite, formato da una ventina di atleti, ha terminato la gara con differenze di cronometraggio inferiori a 20 secondi, rispetto al tempo di 1h 37’ 26”,1 fatto segnare dal primo.
L’Italia ha costruito il proprio trionfo alternando al comando, fra gli altri, Margaroli, De Zolt, Cattaneo e Fauner, 7° e artefice di una caduta, mentre lo spagnolo Gutierrez (5°) si è dimostrato il più brillante degli avversari. <Ho tentato di distanziare qualcuno nel giro iniziale, ma è risultato difficile -, ha raccontato il terzo classificato, Margaroli -. Si sapeva che Zanetel era il più rapido>. Nei rilevamenti intermedi, i migliori sono stati Agostino Filippa (al km 12,5, in prossimità del Passo Forcola), Luca Molin Pradel (conquistatore della sfida minore di 22,5 km) e, ancora, De Zolt (km 29). <Sono lento negli sprint> ha dichiarato quest’ultimo, nonostante l’evidente soddisfazione per la medaglia d’argento.
Fra le donne, Lara Peyrot ha ripetuto l’exploit dell’anno scorso. Partita lanciata, la campionessa piemontese è rimasta sempre in prima posizione e ha staccato Cristina Paluselli oltre il 30° km, chiudendo in 1h 48’ 11”,9. <Ho accelerato nelle ultime salite, per ottenere il maggior vantaggio possibile>, ha detto al termine la Peyrot. Cristina Paluselli si è quindi dovuta accontentare del secondo gradino del podio (distanziata di 1’05”,9), ma cercherà di riconquistare la leadership di Marathon Cup nelle prossime competizioni. Alle loro spalle, delusa, la svedese Sofia Lind ha subito un ritardo di 2’50”,5, dovuto soprattutto alla tecnica libera, che non predilige particolarmente. <Nella prima frazione non ho avuto problemi -, ha affermato la Paluselli -. Verso la fine ho accusato una notevole fatica>. La gara di 22,5 km è invece stata vinta da un’altra italiana, Anna Rosa, che ha anticipato le connazionali Elisa Brocard e Simona Hosquet.
Classifica maschile marathon (42 km): 1) Gianantonio Zanetel (Ita) 1h37’26”,1 – 2) Roberto De Zolt (Ita) 1h37’27”,6 – 3) Ivan Margaroli (Ita) 1h37’27”,9 – 4) Tobias Langberg (Sve)1h37’28”,4 – 5) Juan Jesus Gutierrez (Spa) 1h37’29”,2 – 6) Maurizio Pozzi (Ita)1h37’31”,3 – 7) Silvio Fauner (Ita) 1h37’31”,6 – 8) Rune Torseth (Nor) 1h37’31”,8 – 9) Marco Cattaneo (Ita) 1h37’31”,9 – 10) Tullio Grandelis (Ita) 1h37’32”,0
Classifica femminile marathon (42 km): 1) Lara Peyrot, (Ita) 1h48’11”,9 – 2) Cristina Paluselli (Ita) 1h49’17”,8 – 3) Sofia Lind (Sve) 1h51’02”,4 – 4) Marianne Vlasveld (Ola) 1h52’18”,8 – 5) Alessandra Rigamonti (Ita) 1h53’58”,6 – 6) Dorota Dziadkowiec (Pol) 1h59’12”,5 – 7) Irina Nafranovich (Bel) 1h59’40”,3 – 8) Bernadette Hoefle (Ger) 2h04’33”,9 – 9) Carla Jellici (Ita) 2h07’38”,6 – 10) Laura Colnaghi Calissoni (Ita) 2h09’25”,2
Il vincitore è stato indubbiamente avvantaggiato dal gioco di squadra dei compagni, che hanno chiuso lo spazio utile per lo sprint agli avversari e hanno cercato di imporre all’andatura del gruppo un ritmo adatto all’esito finale nel corso di 42 chilometri. <Sono abbastanza veloce in volata. Ho accelerato a 500 metri dall’arrivo e ho visto che nessuno riusciva a recuperare il distacco
L’Italia ha costruito il proprio trionfo alternando al comando, fra gli altri, Margaroli, De Zolt, Cattaneo e Fauner, 7° e artefice di una caduta, mentre lo spagnolo Gutierrez (5°) si è dimostrato il più brillante degli avversari. <Ho tentato di distanziare qualcuno nel giro iniziale, ma è risultato difficile -, ha raccontato il terzo classificato, Margaroli -. Si sapeva che Zanetel era il più rapido
Fra le donne, Lara Peyrot ha ripetuto l’exploit dell’anno scorso. Partita lanciata, la campionessa piemontese è rimasta sempre in prima posizione e ha staccato Cristina Paluselli oltre il 30° km, chiudendo in 1h 48’ 11”,9. <Ho accelerato nelle ultime salite, per ottenere il maggior vantaggio possibile
Classifica maschile marathon (42 km): 1) Gianantonio Zanetel (Ita) 1h37’26”,1 – 2) Roberto De Zolt (Ita) 1h37’27”,6 – 3) Ivan Margaroli (Ita) 1h37’27”,9 – 4) Tobias Langberg (Sve)1h37’28”,4 – 5) Juan Jesus Gutierrez (Spa) 1h37’29”,2 – 6) Maurizio Pozzi (Ita)1h37’31”,3 – 7) Silvio Fauner (Ita) 1h37’31”,6 – 8) Rune Torseth (Nor) 1h37’31”,8 – 9) Marco Cattaneo (Ita) 1h37’31”,9 – 10) Tullio Grandelis (Ita) 1h37’32”,0
Classifica femminile marathon (42 km): 1) Lara Peyrot, (Ita) 1h48’11”,9 – 2) Cristina Paluselli (Ita) 1h49’17”,8 – 3) Sofia Lind (Sve) 1h51’02”,4 – 4) Marianne Vlasveld (Ola) 1h52’18”,8 – 5) Alessandra Rigamonti (Ita) 1h53’58”,6 – 6) Dorota Dziadkowiec (Pol) 1h59’12”,5 – 7) Irina Nafranovich (Bel) 1h59’40”,3 – 8) Bernadette Hoefle (Ger) 2h04’33”,9 – 9) Carla Jellici (Ita) 2h07’38”,6 – 10) Laura Colnaghi Calissoni (Ita) 2h09’25”,2
LA SGAMBEDA 2003
Lara Peyrot ha vinto La Sgambeda 2003, staccando sia la francese Annick Vaxelaire (terza), sia la svedese Sofia Lind (seconda). L’azzurra è scesa in campo con l’intenzione di ribadire il trionfo ottenuto l’anno scorso nel circuito di Coppa del Mondo che racchiude tutte le più prestigiose granfondo del panorama internazionale. “È stata abbastanza dura” ha ammesso l’atleta piemontese, “ma stavo bene”.
Si attendeva maggiore concorrenza?
“No, me ne aspettavo di meno. Quando ho visto la lista dei partenti, mi sono leggermente preoccupata”.
Che programmi ha adesso?
“L’appuntamento più importante è la prossima tappa di Marathon Cup, a gennaio, nella Repubblica Ceca. Domenica farò una gara di Coppa Italia e a fine dicembre la 15 km dei Campionati Italiani”.
Chi sarà l’avversaria più temibile?
“Sofia Lind è fortissima in tecnica classica. La francese Vaxelaire è giunta seconda all’Engadiner Skimarathon. Ce la giocheremo”.
Che corsa Le piacerebbe conquistare?
“La più affascinante sarebbe la Vasaloppet. Nel 2003 l’avevo saltata, tornando dall’America e dal Canada. Sarebbe una grandissima soddisfazione, ma ci sono delle specialiste e anche un podio sarebbe gratificante”.
Che programmi di training ha?
“Dobbiamo ancora concordarli. Gli allenamenti migliori sono sicuramente le gare”.
Come Le è sembrato il tracciato?
“Lungo è più tecnico del 2002. Ho dovuto impostare un ritmo costante. Sono passata in testa prima del secondo traguardo volante. La francese ha bevuto e io mi sono portata avanti per fare rifornimento con tranquillità”.
Al termine, la svedese Sofia Lind era sorridente. “Mi sono affaticata all’inizio, ma ho recuperato verso la fine”.
Quali sono le Sue prospettive per il resto della stagione?
“Devo decidere quante Marathon Cup correre, forse quattro. La Vasaloppet, sicuramente”.
Riuscirà ad entrare anche nella classifica finale?
“Spero di sì. La Sgambeda era la mia prima sfida a tecnica libera”.
Annick Vaxelaire si è accorta, al contrario, di essere partita troppo veloce. “Per l’altitudine, mi sono bloccata negli ultimi chilometri. Non c’era nessuno della mia squadra ad aiutarmi”.
Che tecnica predilige?
“Entrambe: passo alternato e pattinato. Voglio ottenere dei buoni risultati. Sono abituata alle 10, 15 e 30 km. Per l’ultimo anno ho deciso di dedicarmi alle granfondo”.
Perché vuole smettere?
“Sono ancora motivata, ma ho altri progetti per la mia vita”.
Ha raggiunto un risultato di rilevo nella Marathon Cup. Che cosa si aspetta?
“Cercherò di mantenere la forma e di conquistare punti utili per la graduatoria. Dipende tutto dai tempi di recupero tra corse molto vicine”.
In sala stampa, la Peyrot ha confermato l’intenzione di impegnarsi in Coppa del Mondo, condizioni di forma permettendo. Sofia Lind, vincitrice per tre volte della 90 km organizzata in Svezia, ha invece spiegato di voler orientare la stagione agonistica verso le lunghe distanze a passo alternato. Annick Vaxelaire, infine, ha precisato di aver avuto dei problemi, soprattutto nel pezzo di pista più in alto, reso difficile. In ambito maschile, la vittoria di Roberto De Zolt ha ribadito i pronostici iniziali. Oltre all'oro dell'atleta del Gruppo Sportivo della Guardia di Finanza, c'è da registrare la partecipazione travolgente del team nazionale delle Lunghe Distanze e dell'olimpionico Silvio Fauner.
Si attendeva maggiore concorrenza?
“No, me ne aspettavo di meno. Quando ho visto la lista dei partenti, mi sono leggermente preoccupata”.
Che programmi ha adesso?
“L’appuntamento più importante è la prossima tappa di Marathon Cup, a gennaio, nella Repubblica Ceca. Domenica farò una gara di Coppa Italia e a fine dicembre la 15 km dei Campionati Italiani”.
Chi sarà l’avversaria più temibile?
“Sofia Lind è fortissima in tecnica classica. La francese Vaxelaire è giunta seconda all’Engadiner Skimarathon. Ce la giocheremo”.
Che corsa Le piacerebbe conquistare?
“La più affascinante sarebbe la Vasaloppet. Nel 2003 l’avevo saltata, tornando dall’America e dal Canada. Sarebbe una grandissima soddisfazione, ma ci sono delle specialiste e anche un podio sarebbe gratificante”.
Che programmi di training ha?
“Dobbiamo ancora concordarli. Gli allenamenti migliori sono sicuramente le gare”.
Come Le è sembrato il tracciato?
“Lungo è più tecnico del 2002. Ho dovuto impostare un ritmo costante. Sono passata in testa prima del secondo traguardo volante. La francese ha bevuto e io mi sono portata avanti per fare rifornimento con tranquillità”.
Al termine, la svedese Sofia Lind era sorridente. “Mi sono affaticata all’inizio, ma ho recuperato verso la fine”.
Quali sono le Sue prospettive per il resto della stagione?
“Devo decidere quante Marathon Cup correre, forse quattro. La Vasaloppet, sicuramente”.
Riuscirà ad entrare anche nella classifica finale?
“Spero di sì. La Sgambeda era la mia prima sfida a tecnica libera”.
Annick Vaxelaire si è accorta, al contrario, di essere partita troppo veloce. “Per l’altitudine, mi sono bloccata negli ultimi chilometri. Non c’era nessuno della mia squadra ad aiutarmi”.
Che tecnica predilige?
“Entrambe: passo alternato e pattinato. Voglio ottenere dei buoni risultati. Sono abituata alle 10, 15 e 30 km. Per l’ultimo anno ho deciso di dedicarmi alle granfondo”.
Perché vuole smettere?
“Sono ancora motivata, ma ho altri progetti per la mia vita”.
Ha raggiunto un risultato di rilevo nella Marathon Cup. Che cosa si aspetta?
“Cercherò di mantenere la forma e di conquistare punti utili per la graduatoria. Dipende tutto dai tempi di recupero tra corse molto vicine”.
In sala stampa, la Peyrot ha confermato l’intenzione di impegnarsi in Coppa del Mondo, condizioni di forma permettendo. Sofia Lind, vincitrice per tre volte della 90 km organizzata in Svezia, ha invece spiegato di voler orientare la stagione agonistica verso le lunghe distanze a passo alternato. Annick Vaxelaire, infine, ha precisato di aver avuto dei problemi, soprattutto nel pezzo di pista più in alto, reso difficile. In ambito maschile, la vittoria di Roberto De Zolt ha ribadito i pronostici iniziali. Oltre all'oro dell'atleta del Gruppo Sportivo della Guardia di Finanza, c'è da registrare la partecipazione travolgente del team nazionale delle Lunghe Distanze e dell'olimpionico Silvio Fauner.
LA SGAMBEDA 2002
Il valtellinese Pozzi ha vinto la tredicesima edizione della Sgambeda. All’arrivo di Livigno il campione bormino ha preceduto De Zolt e il capitano della nazionale spagnola Jan Gutierrez. In campo femminile, ottima affermazione dell’azzurra Antonella Confortola, davanti alla svizzera Nathascia Leonardi e all’italiana Lara Peyrot.
La gara maschile è stata dominata dai primi cinque, tra cui anche Pierluigi Costantin e il ceco Petr Michl, che nei 35 chilometri del percorso sono riusciti ad accumulare un buon margine di vantaggio sugli inseguitori: Gianantonio Zanetel, Norman Kostner e Patrick Rölli.
Dopo una partenza velocissima, De Zolt e Pozzi si aggiudicano due traguardi volanti, mentre all’intermedio del decimo km è Gutierrez che transita al comando. Negli ultimi rilevamenti (22° e 32° km) Pozzi è davanti a tutti e aumenta da 4” a 25” il distacco, concludendo con un ritmo crescente.
Già vincitore nel 1993, l’atleta del Gruppo Sportivo Forestale raggiunge Silvano Barco e Johann Mühlegg a due successi. Spettacolare lo sprint per il secondo posto, con De Zolt che anticipa Gutierrez e Costantin.
Antonella Confortola ha invece confermato di essere in una condizione di forma eccezionale, ponendosi in testa alla competizione sin dalle prime battute e lasciando la Leonardi a quasi un minuto e mezzo.
Il livello tecnico era elevato, con tutti i rappresentanti della Nazionale Italiana Lunghe Distanze, sportivi provenienti da 15 nazioni e oltre 1400 iscritti. La Sgambeda chiude anche l’Open Air 2002. Daniel Antonioli e Marianna Longa si sono imposti nella combinata superando, rispettivamente, Andrea Martinelli e Morris Galli, Michela Benzoni e Roberta Faifer.
Nella granfondo di ieri, la prestazione degli azzurri è stata soddisfacente. Al termine, Roberto De Zolt ha confermato che gli italiani hanno fatto gioco di squadra: “Abbiamo lasciato che fossero Gutierrez e Michl ad inseguire, per non far raggiungere Maurizio. Personalmente, ho avuto dei problemi con gli sci. Erano veloci all’inizio e sotto la neve sono diventati più lenti.”
“Avevo partecipato ad una gara domenica scorsa e non stavo molto bene.” Ha detto Pozzi. “Si è formato subito un gruppo con i migliori. Ho staccato tutti in discesa, tenendo duro nel piano, con soli 10 metri di vantaggio. Al penultimo traguardo volante ho tentato un allungo e ho continuato a cambiare direzione, evitando di farmi prendere la scia. Ho mantenuto la stessa distanza, per avere ancora energie nel finale e loro hanno ceduto.”
La Confortola era reduce dalla trasferta di Cogne e ha dimostrato di poter primeggiare nello skating, disciplina in cui ha ottenuto il 12° posto in Coppa del Mondo durante la scorsa settimana. “Non ho ancora programmi per i Mondiali.” Ha affermato “Devo qualificarmi nelle prossime prove. La staffetta potrebbe essere un obiettivo, per cercare una medaglia.”
Classifica Maschile
1) Pozzi M. (G.S. Forestale) 1:19.11,4 – 2) De Zolt R. (G.S. Fiamme Gialle) 1:19.46,2 – 3) Gutierrez J. (Spagna) 1:19.46,8 – 4) Costantin P. (Fiamme Oro) 1:19.47,8 – 5) Michl P. (Czech Ski Team) 1:20.14,2 – 6) Zanetel G. (G.S. Fiamme Oro) 1:21.44,7 – 7) Kostner N. (S.C. Gardena) 1:21.45,5 – 8) Rölli P. (Svizzera) 1:22.01,2 – 9) Reichelt T. (Germania) 1:22.59,4 – 10) Bordiga F. (G.S. Fiamme Oro) 1:22.59,5
Classifica Femminile
1) Confortola A. (G.S. Forestale) 1:28.46,1 – 2) Leonardi Cortesi N. (Svizzera) 1:30.12,3 – 3) Peyrot L. (Fiamme Oro) 1:30.12,7 – 4) Longa Marianna (Fiamme Oro) 1:30.23,7 – 5) Benzoni Michela (S.C. Livigno) 1:33.29,4 – 6) Dziadkowiec D. (Polonia) 1:36.45,2 – 7) Dal Sasso G. (Milano) 1:38.57,6
La gara maschile è stata dominata dai primi cinque, tra cui anche Pierluigi Costantin e il ceco Petr Michl, che nei 35 chilometri del percorso sono riusciti ad accumulare un buon margine di vantaggio sugli inseguitori: Gianantonio Zanetel, Norman Kostner e Patrick Rölli.
Dopo una partenza velocissima, De Zolt e Pozzi si aggiudicano due traguardi volanti, mentre all’intermedio del decimo km è Gutierrez che transita al comando. Negli ultimi rilevamenti (22° e 32° km) Pozzi è davanti a tutti e aumenta da 4” a 25” il distacco, concludendo con un ritmo crescente.
Già vincitore nel 1993, l’atleta del Gruppo Sportivo Forestale raggiunge Silvano Barco e Johann Mühlegg a due successi. Spettacolare lo sprint per il secondo posto, con De Zolt che anticipa Gutierrez e Costantin.
Antonella Confortola ha invece confermato di essere in una condizione di forma eccezionale, ponendosi in testa alla competizione sin dalle prime battute e lasciando la Leonardi a quasi un minuto e mezzo.
Il livello tecnico era elevato, con tutti i rappresentanti della Nazionale Italiana Lunghe Distanze, sportivi provenienti da 15 nazioni e oltre 1400 iscritti. La Sgambeda chiude anche l’Open Air 2002. Daniel Antonioli e Marianna Longa si sono imposti nella combinata superando, rispettivamente, Andrea Martinelli e Morris Galli, Michela Benzoni e Roberta Faifer.
Nella granfondo di ieri, la prestazione degli azzurri è stata soddisfacente. Al termine, Roberto De Zolt ha confermato che gli italiani hanno fatto gioco di squadra: “Abbiamo lasciato che fossero Gutierrez e Michl ad inseguire, per non far raggiungere Maurizio. Personalmente, ho avuto dei problemi con gli sci. Erano veloci all’inizio e sotto la neve sono diventati più lenti.”
“Avevo partecipato ad una gara domenica scorsa e non stavo molto bene.” Ha detto Pozzi. “Si è formato subito un gruppo con i migliori. Ho staccato tutti in discesa, tenendo duro nel piano, con soli 10 metri di vantaggio. Al penultimo traguardo volante ho tentato un allungo e ho continuato a cambiare direzione, evitando di farmi prendere la scia. Ho mantenuto la stessa distanza, per avere ancora energie nel finale e loro hanno ceduto.”
La Confortola era reduce dalla trasferta di Cogne e ha dimostrato di poter primeggiare nello skating, disciplina in cui ha ottenuto il 12° posto in Coppa del Mondo durante la scorsa settimana. “Non ho ancora programmi per i Mondiali.” Ha affermato “Devo qualificarmi nelle prossime prove. La staffetta potrebbe essere un obiettivo, per cercare una medaglia.”
Classifica Maschile
1) Pozzi M. (G.S. Forestale) 1:19.11,4 – 2) De Zolt R. (G.S. Fiamme Gialle) 1:19.46,2 – 3) Gutierrez J. (Spagna) 1:19.46,8 – 4) Costantin P. (Fiamme Oro) 1:19.47,8 – 5) Michl P. (Czech Ski Team) 1:20.14,2 – 6) Zanetel G. (G.S. Fiamme Oro) 1:21.44,7 – 7) Kostner N. (S.C. Gardena) 1:21.45,5 – 8) Rölli P. (Svizzera) 1:22.01,2 – 9) Reichelt T. (Germania) 1:22.59,4 – 10) Bordiga F. (G.S. Fiamme Oro) 1:22.59,5
Classifica Femminile
1) Confortola A. (G.S. Forestale) 1:28.46,1 – 2) Leonardi Cortesi N. (Svizzera) 1:30.12,3 – 3) Peyrot L. (Fiamme Oro) 1:30.12,7 – 4) Longa Marianna (Fiamme Oro) 1:30.23,7 – 5) Benzoni Michela (S.C. Livigno) 1:33.29,4 – 6) Dziadkowiec D. (Polonia) 1:36.45,2 – 7) Dal Sasso G. (Milano) 1:38.57,6
LA SGAMBEDA 2001
Al termine di una riunione conclusasi venerdì sera, il Comitato Organizzatore della “Sgambeda” ha deciso di rimandare la classica Maratona Internazionale di granfondo che si tiene ogni anno a Livigno. La gara avrebbe dovuto svolgersi domenica 16, ma l’innevamento attuale delle piste da fondo è insufficiente. I responsabili del C.O. non hanno potuto fare altro che constatare il fatto e spostare la data della competizione. L’evento è assolutamente eccezionale per il Piccolo Tibet. Persino gli impianti di risalita sono aperti solo grazie alla neve artificiale, che ha permesso di realizzare anche un anello di due chilometri e mezzo per lo sci nordico, comunque inutilizzabile per una prova che si dovrebbe svolgere lungo un percorso di 40 km., accogliendo circa 1500 iscritti. "Era inevitabile", ha precisato il Presidente dell’Azienda di Promozione Turistica, Giorgio Zini. Alla partenza erano attesi sia il tedesco Johann Muehlegg, vincitore della Coppa del Mondo nel 2000, che alcuni membri della squadra italiana Lunghe Distanze, tra cui Roberto De Zolt, Maurizio Pozzi e Faustino Bordiga.
mercoledì
LA SGAMBEDA 2000

Il Comitato Organizzatore esprime il proprio giudizio sulla base dei dati ufficiali e le prime ipotesi sul futuro della competizione. <E’ andato tutto perfettamente
ALBO D'ORO
Categoria femminile - Categoria maschile
1990 - Guidina del Sasso - Maurilio De Zolt
1991 - Dorota Dziadkowiec - Luciano Fontana
1992 - Dolores Rupp - Gaudenzio Godiez
1993 - Olga Kameskaia - Maurizio Pozzi
1994 - Karin Moroder - Silvano Barco
1995 - Roberta Tarter - Silvano Barco
1996 - Gudrun Pflueger - Micheal Botvinov
1997 - Maria Canins - Johann Mühlegg
1998 - Guidina Dal Sasso - Johann Mühlegg
1999 - Michela Benzoni - Fabio Giacomel
2000 - Michela Benzoni - Roberto De Zolt
2001 - Edizione soppressa
2002 - Antonella Confortola - Maurizio Pozzi
2003 - Lara Peyrot - Roberto De Zolt
2004 - Lara Peyrot - Gianantonio Zanatel
2005 - Cristina Paluselli - Tullio Grandelis
2006 - Lara Peyrot - Jerry Ahrlin
2007 - Tatiana Jambaeva - Jerry Ahrlin
2008 - Sabina Valbusa - Marco Cattaneo
2009 - Shevchenko Valentina - Shiriaev Sergey
2010 - Shevchenko Valentina - Santus Fabio
2011 - Edizione soppressa
2012 - Riitta-Liisa Roponen - Petter Northug
2013 - Riitta-Liisa Roponen - Petter Northug
2014 - Marathon - Riitta-Liisa Roponen - Benoit Chauvet
2014 - Classic - Seraina Boner - Anders Aukland
2015 - Katerina Smutna - Joh Kristian Dahl
2016 - Britta Johanson Norgen - Tord Asle Gjerdalen
1990 - Guidina del Sasso - Maurilio De Zolt
1991 - Dorota Dziadkowiec - Luciano Fontana
1992 - Dolores Rupp - Gaudenzio Godiez
1993 - Olga Kameskaia - Maurizio Pozzi
1994 - Karin Moroder - Silvano Barco
1995 - Roberta Tarter - Silvano Barco
1996 - Gudrun Pflueger - Micheal Botvinov
1997 - Maria Canins - Johann Mühlegg
1998 - Guidina Dal Sasso - Johann Mühlegg
1999 - Michela Benzoni - Fabio Giacomel
2000 - Michela Benzoni - Roberto De Zolt
2001 - Edizione soppressa
2002 - Antonella Confortola - Maurizio Pozzi
2003 - Lara Peyrot - Roberto De Zolt
2004 - Lara Peyrot - Gianantonio Zanatel
2005 - Cristina Paluselli - Tullio Grandelis
2006 - Lara Peyrot - Jerry Ahrlin
2007 - Tatiana Jambaeva - Jerry Ahrlin
2008 - Sabina Valbusa - Marco Cattaneo
2009 - Shevchenko Valentina - Shiriaev Sergey
2010 - Shevchenko Valentina - Santus Fabio
2011 - Edizione soppressa
2012 - Riitta-Liisa Roponen - Petter Northug
2013 - Riitta-Liisa Roponen - Petter Northug
2014 - Marathon - Riitta-Liisa Roponen - Benoit Chauvet
2014 - Classic - Seraina Boner - Anders Aukland
2015 - Katerina Smutna - Joh Kristian Dahl
2016 - Britta Johanson Norgen - Tord Asle Gjerdalen
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